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Gli alimenti Ultra Processati sono dannosi per il cervello?

Negli ultimi anni, sempre più studi scientifici hanno dimostrato come il consumo di cibi ultraprocessati (UPF) possa comportare effetti negativi sulla salute. Diverse ricerche hanno infatti evidenziato una correlazione tra il consumo di questi alimenti e una serie di patologie, tra cui depressione, malattie cardiovascolari e mortalità. Questi risultati sottolineano l’importanza di scegliere una dieta sana ed equilibrata, basata su alimenti freschi e non elaborati, al fine di preservare la propria salute e prevenire l’insorgenza di malattie. In questa prospettiva, un approccio scientifico è fondamentale per comprendere gli effetti dei cibi ultraprocessati sulla salute umana e promuovere uno stile di vita sano ed equilibrato.

Ulteriori ricerche suggeriscono che consumare una dieta ricca di cibi ultraprocessati (UPF) sia dannoso per il cervello degli anziani.

I risultati dello studio longitudinale brasiliano sulla salute degli adulti (ELSA-Brasil), che ha incluso partecipanti di età superiore ai 35 anni, hanno dimostrato che un maggiore consumo di UPF era significativamente associato a un tasso di declino più rapido sia della funzione cognitiva esecutiva che globale.

“Sulla base di questi risultati, i medici potrebbero consigliare ai pazienti di preferire la cucina casalinga e di scegliere ingredienti freschi anziché acquistare pasti e snack pronti”, ha detto alla Medscape Medical News la co-investigatrice Natalia Goncalves, PhD, della Scuola di Medicina dell’Università di San Paolo, in Brasile.

Una dieta ricca di UPF tende ad aumentare il rischio di demenza.

I cibi ultraprocessati (UPF) sono altamente manipolati, ricchi di ingredienti aggiunti, tra cui zucchero, grassi e sale, e presentano un basso contenuto di proteine e fibre. Gli esempi di UPF includono bevande gassate, patatine, cioccolato, caramelle, gelati, cereali per la colazione zuccherati, zuppe in scatola, nuggets di pollo, hot dog, patatine fritte e molti altri.

Negli ultimi 30 anni, vi è stato un costante aumento del consumo di cibi ultraprocessati in tutto il mondo. Si ritiene che tali alimenti inducano infiammazione sistemica e stress ossidativo e siano stati collegati a una serie di patologie, come sovrappeso/obesità, malattie cardiovascolari e cancro.

I cibi ultraprocessati potrebbero anche rappresentare un fattore di rischio per il declino cognitivo, anche se i dati sono scarsi per quanto riguarda i loro effetti sul cervello.

Per indagare, Goncalves e i suoi colleghi hanno valutato dati longitudinali su 10.775 adulti (età media, 50,6 anni; 56% donne; 55% caucasici) che hanno partecipato allo studio ELSA-Brasil. Sono stati valutati in tre fasi (2008-2010, 2012-2014 e 2017-2019).

Le informazioni sulla dieta sono state ottenute tramite questionari sulla frequenza alimentare e comprendevano informazioni sul consumo di alimenti non elaborati, minimamente processati e ultraprocessati.

I partecipanti allo studio sono stati divisi in gruppi di consumo di cibi ultraprocessati, dal più basso al più alto, ed il risultato è stato un significativo declino delle funzioni.

Utilizzando modelli a effetti misti lineari che sono stati adeguati per variabili sociodemografiche, dello stile di vita e cliniche, gli investigatori hanno valutato l’associazione dei cibi ultraprocessati nella dieta come percentuale delle calorie totali giornaliere con le prestazioni cognitive nel tempo.

Durante uno studio nel successivo periodo di 8 anni, il consumo dei cibi ultraprocessati, nei gruppi a consumo più alti, rispetto al campione con un consumo più basso, ha rilevato un calo delle funzioni cognitive globali e delle funzioni esecutive.

Di fatto quindi, il consumo dei cibi che subiscono grandi modificazioni e a produzione industriale massificata, nel lungo periodo, sono dannosi per il cervello. Questo è il motivo e non solo questo per adottare una dieta salutare e scegliere di mangiare cibi sani.

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Fonte 1: https://n.neurology.org/content/99/10/e1056

Fonte 2: https://www.medscape.com/viewarticle/978365

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