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Come Integrare nei bambini

Devo dire che rimango sorpreso dalle recensioni che mi lasciano molti genitori che utilizzano i miei integratori, ma è necessario fare chiarezza, soprattutto quando si tratta della salute dei più piccoli (ho raccolto in basso alcuni dei loro messaggi).

Quando è necessario integrare nei bambini?

Cominciamo subito ad affrontare la domanda più ostinata.

“Integrazione” vuol dire “aggiungere”, questo deve essere chiaro.

Nessun prodotto può sostituire l’apporto di micronutrienti di una dieta sana e varia, al limite può completarlo laddove ci siano effettive carenze, causate da cibi poveri di vitamine e minerali, o da uno stile di vita decisamente innaturale, situazioni purtroppo quasi inevitabili oggigiorno.

E sono proprio queste le cause che sfociano spesso nelle malattie moderne che affliggono anche i pazienti pediatrici:

  • sovrappeso
  • obesità
  • diabete tipo 2
  • sindrome metabolica

In questi casi l’integrazione personalizzata si rivela un alleato prezioso, non solo per il trattamento ma soprattutto per la prevenzione di queste patologie.

Purtroppo questo ruolo degli integratori non è particolarmente conosciuto o promosso dai pediatri.

Spesso, infatti, prescrivono il minimo sindacale come da protocollo, o si dirigono verso i multivitaminici “tanto per non sbagliare”, che si rivelano inutili proprio perché non correttamente bilanciati per la condizione specifica del singolo paziente.

Oggi purtroppo la “malnutrizione” è la prima causa di deficit vitaminico, e si presenta in bambini che non mangiano abbastanza come in quelli che mangiano più del dovuto.

Il problema principale, oltre alle quantità di cibo assunto poste agli estremi, è la qualità di ciò che mangiano, e questo caro lettore lo sparai certamente meglio di me.

Quindi cosa è necessario integrare per i bambini, quando e perché?

Prenderò spunto da una recente ricerca sistematica della letteratura attraverso la Cochrane Library e i database Medline / PubMed, iniziata nel dicembre 2019 su settantadue articoli.

In questa ricerca sono state valutate nuove prove sull’importanza di vitamine come:

  • VITAMINA A
  • VITAMINA B12
  • VITAMINA C
  • VITAMINA D
  • VITAMINA E

lasciando sottintesa la già nota funzione vitale della vitamina K,  che ha un ruolo confermato e validato nella prevenzione della sindrome emorragica neonatale.

VITAMINA A

Comprende un gruppo di retinoidi liposolubili, tra cui retinolo, esteri retinici e retinilici, e può essere trovata negli alimenti di origine animale o in molti tipi di frutta e verdura contenenti carotenoidi, precursori della vitamina A.

È essenziale per una visione adeguata, per la crescita cellulare, per mantenere l’integrità muscolare e per l’immunità.

Le raccomandazioni dietetiche nella popolazione pediatrica vanno da 200 a 500 μg / die, a seconda dell’età.

La vitamina A potrebbe avere un potenziale terapeutico nel controllo glicemico mediante l’ acido all-trans-retinoico, un derivato della vitamina A, che è in grado di sopprimere la via di segnalazione dell’insulina con conseguente aumento della sensibilità all’insulina.

Studi recenti hanno dimostrato un effetto immunomodulatore di questa vitamina, tanto che i ricercatori propongono molteplici ruoli per la vitamina A nel sistema immunitario: attivazione, differenziazione e modulazione.

VITAMINA B12

La vitamina B 12 è una vitamina idrosolubile che si trova naturalmente nei prodotti di origine animale.

È coinvolta nella sintesi di DNA e anticorpi ed è fondamentale per una corretta funzione neurologica, al fine di mantenere bassi livelli di omocisteina per prevenire danni a livello endoteliale, e funge da cofattore in numerose vie metaboliche.

L’assunzione raccomandata per i bambini varia tra 0-7 μg / die nei bambini piccoli e 2 μg / die durante l’adolescenza.

Bassi livelli di vitamina B 12 sono associati all’obesità e alla resistenza all’insulina, e ciò contempla un possibile ruolo di questa vitamina nell’adipogenesi.

VITAMINA C

La vitamina C è una vitamina idrosolubile che si trova nel corpo umano nella sua forma ridotta, l’acido ascorbico.

Frutta e verdura rappresentano la principale fonte di vitamina C, e nei bambini spesso questo apporto si rivela abbastanza limitato.

Le raccomandazioni dietetiche per la vitamina C sono comprese tra 35 e 75 mg/ die a seconda dell’età.

I ruoli della vitamina C sono davvero tanti, per quanto riguarda i bambini è importante notare il suo supporto nella crescita e nelle difese immunitarie.

La vitamina C è essenziale infatti per la sintesi del collagene, in particolare per l’idrossilazione degli amminoacidi prolina e lisina, e quindi è importante per la stabilità del tessuto connettivo.

L’integrazione di vitamina C risulta essere utile in caso di infezioni respiratorie ricorrenti.

Grazie alle sue proprietà neuromodulatorie e antiossidanti sul sistema nervoso centrale, la vitamina C sembra avere un effetto benefico sulla depressione nei bambini, se utilizzata in aggiunta alla terapia standard.

È importante ricordare la capacità della vitamina C di aumentare l’assorbimento del Fe, convertendolo nella sua forma ridotta, e studi recenti hanno dimostrato un miglioramento dei parametri ematologici in pazienti con anemia da carenza di Ferro refrattaria al Ferro quando veniva somministrata vitamina C insieme al Ferro per via orale.

Ma anche qui troviamo un ruolo inaspettato della vitamina C sul controllo della glicemia.

Una recente meta-analisi che ha testato gli effetti della somministrazione di vitamina C sui livelli di glucosio e insulina ha dimostrato che la vitamina C è stata in grado di ridurre significativamente la glicemia nei pazienti con diabete di tipo 2, specialmente con una somministrazione prolungata.

VITAMINA D

La vitamina D è una vitamina liposolubile sintetizzata nella pelle grazie all’esposizione ai raggi UVB a partire dal colesterolo endogeno, e subisce una successiva trasformazione nella sua forma attiva dopo due reazioni di idrossilazione, prima nel fegato e poi nei reni.

È importante nella crescita perché controlla il metabolismo del Ca e dei fosfati stimolando il loro assorbimento a livello intestinale, agendo sugli osteoclasti, che riassorbono Ca e altri minerali dall’osso.

Le raccomandazioni dietetiche per la vitamina D sono comprese tra 10 e 15 μg/giorno (1 μg di colecalciferolo corrisponde a 40 UI di vitamina D)

La carenza di vitamina D è molto frequente soprattutto dovuta alla scarsa esposizione al sole. Si presenta inoltre in soggetti obesi, con malattie granulomatose, con iperparatiroidismo.

I ruoli della vitamina D sono tantissimi, e se sei già iscritto alla mia newsletter hai ricevuto tutti i report e tutti i miei aggiornamenti in merito (se ancora non l’hai fatti iscriviti subito qui in basso!).

È un regolatore dell’espressione genica,, della proliferazione e differenziazione cellulare, e vari studi di coorte trasversali e longitudinali hanno indicato un ruolo importante nella prevenzione del diabete di tipo 2 e nel processo patogeno di diabete di tipo 1.

I più recenti studi hanno confermato il ruolo della vitamina D nella modulazione della risposta immunitaria.

Livelli adeguati di vitamina D nell’uomo sembrano ridurre il rischio di sviluppare condizioni come la sclerosi multipla, l’artrite giovanile idiopatica e, in quelli già colpiti, sembra ridurre il rischio di attivazione della malattia o ricaduta.

Anche nei pazienti con malattia di Crohn o lupus eritematoso sistemico la vitamina D contribuisce a ridurne la gravità.

VITAMINA E

La vitamina E comprende un gruppo di composti liposolubili (cioè tocoferoli e tocotrienoli) è un importante agente antiossidante e ha anche un’azione antimicrobica.

La raccomandazione dietetica di vitamina E è compresa tra 4 e 13 mg / die, a seconda dell’età

La carenza di vitamina E si riscontra nei bambini affetti da ridotto assorbimento gastrointestinale, malassorbimento dei lipidi, disturbi congeniti specifici in cui l’assorbimento e la riserva della vitamina E nel fegato sono compromessi.

Quando la vitamina E non è sufficiente può presentarsi anemia emolitica, neuropatia periferica, retinopatia, atassia, miopatia e ridotta risposta a stimoli infettivi.

L’integrazione di vitamina E nei pazienti con questi problemi è obbligatoria, anche se non sono ancora chiari l’entità del reale bisogno e gli effetti a lungo termine.

Negli ultimi anni, sta emergendo un possibile ruolo della vitamina E nel trattamento della steatoepatite non alcolica.

Una recente meta-analisi ha dimostrato che la somministrazione di vitamina E è stata in grado di migliorare non solo i parametri di laboratorio (cioè gli enzimi epatici) ma anche i marcatori istologici nella steatoepatite.

Purtroppo questa rappresenta la malattia epatica più frequente in età pediatrica.

È dovuta all’accumulo di grasso nelle cellule del fegato, in quantità superiore al 5%.

Circa il 3-12% dei bambini di peso normale sono affetti da steatosi epatica e questa frequenza sale al 70% nei bambini sovrappeso o obesi.

INTEGRATORI PER BAMBINI: prevenzione o terapia?

Come abbiamo visto, il ruolo dei micronutrienti non è solo indicato quando si riscontra una carenza vitaminica, e molti dei processi appena descritti potrebbero già essersi attivati.

È importante valutare l’integrazione come azione preventiva, quando si ha a che fare con diete squilibrate o restrittive, o è presente un assorbimento inadeguato.

La dieta moderna e soprattutto lo stile di vita dei bambini e degli adolescenti di oggi rappresentano fattori di rischio ormai noti per lo stato vitaminico.

La mancanza di linee guida chiare può portare i pediatri ad un uso improprio delle vitamine, sia in termini di uso eccessivo che inadeguato.

Ciò è dovuto al fatto che l’integrazione vitaminica è spesso intesa come terapia di supporto piuttosto che come strumento terapeutico essenziale in grado di modificare la prognosi della malattia.

Qui ad esempio sono elencate le vitamine discusse in questo articolo, il loro ruolo, dosaggio e significato negli studi in cui l’integrazione vitaminica è stata utilizzata in età pediatrica:

La vostra testimonianza con Paleocomplex

Come anticipato all’inizio dell’articolo mi premeva fare chiarezza sull’integrazione in età pediatrica anche per aiutare chi utilizza Paleocomplex come integratore completo per i propri figli, chiaramente modulando il dosaggio.

Senza contare il fatto che è in polvere e non comporta la fastidiosa deglutizione di compresse o gocce “condite” con additivi a dir poco salutari.

La prima tabella mostra qual è il quantitativo giornaliero di queste importanti vitamine da garantire ad ogni età. E questa è la tabella che già conosci del Paleocomplex, valuta da te il confronto con altri “multivitaminici generici” o integratori singoli costosi e di bassa qualità:

Direi che questi vostri messaggi parlano da soli:

A questo punto dovresti porti una domanda.

Se il cibo è sufficiente per farci stare bene ed in salute, come mai queste persone, tra cui appunto dei bambini, hanno avuto dei benefici straordinari dopo aver integrato con il Paleocomplex?

Ma queste sono solamente 4 recensioni…ti basterà andare sullo shop per leggerne CENTINAIA…

Buona integrazione,

Lorenzo Zarone

Dottore in Nutrizione – Nutraceutica

Fonti:

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7288613/

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