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Come affrontare i sintomi della Fibromialgia

Torniamo a parlare di questa sindrome che sembra non dar pace ancora a molte persone…

Non si sanno bene le cause della Fibromialgia, ma reumatologi e nutrizionisti continuano a lavorare per scoprire come riconoscerla e attenuare i sintomi.

Questa sindrome è conosciuta come una delle condizioni di dolore cronico più comuni e come la seconda causa di visite presso fisiatri, osteopati e psichiatri.

Quando poi, essendo una patologia multifattoriale complessa, non permette a nessuna di queste figure di risolvere il problema separatamente. 

Secondo il giornale ufficiale dell’American College of Rheumatology ne soffre dal 2 al 8% della popolazione adulta ed è più comune nelle donne rispetto agli uomini, con un rapporto di 2:1.

Si stima che in Italia ne soffrono 2 milioni di persone (Jones et al., 2015).

Le testimonianze di Michela e Maria 

In questi 2 milioni di pazienti, ci sono anche Michela e Maria che sono state così gentili da condividermi la loro esperienza con questa patologia e i risultati che hanno finalmente ottenuto con gli integratori Paleocomplex, risultati che NON sono arrivati con altri tipi di integratori separati. 

Puoi leggere la testimonianza completa qui 

Sono bastate appena due settimane con Paleocomplex Revolution per far scomparire i dolori e far tornare le energie a Maria, colpita da una forma severa di fibromialgia che non le permetteva nemmeno la digestione. La sua testimonianza completa puoi trovarla qui

Come si diagnostica la fibromialgia? 

La mancanza di marcatori oggettivi o di misure cliniche affidabili e valide per la diagnosi di Fibromialgia, o FM, è stato un grave problema nello studio di questa sindrome. 

Recentemente però sono stati aggiornati i suoi criteri di diagnosi (Wolfe et al., 2016) che hanno permesso di avere un’individuazione e una stima più precisa delle persone realmente affette. 

Precedentemente, non esistendo test di laboratorio o strumenti specifici per riconoscerla, l’unico modo per orientarsi nella sua diagnosi era farlo in modo aspecifico,  cioè escludendo qualsiasi altro tipo di danno fisico.

Una procedura che richiede molto tempo e molte energie che per una persona affetta da FM possono essere carenti. 

Oggi, per quanto l’esclusione di altre patologie sia ancora un criterio da considerare, esistono altri 2 criteri che permettono di diagnosticare la fibromialgia.

Uno è il WPI (Widespread Pain Index) e l’altro il SS (Symptoms Severity).

Il primo consiste nel conteggio di 19 aree del corpo dove il paziente ha avvertito male nella settimana precedente.

Mentre il secondo valuta la gravità di 3 sintomi comuni nella fibromialgia su una scala da 0 a 3 e sono:

  • affaticamento
  • sonno non ristoratore
  • problemi cognitivi.

Più altri sintomi fisici generali come: intorpidimento, vertigini, colon irritabile e depressione.

I sintomi devono persistere da almeno tre mesi

Se gli indici si trovano tra 7 WPI e 5 SS o 3 WPI e 9 SS allora il paziente è affetto da fibromialgia. 

Quali sono le cause della fibromialgia?

Come detto all’inizio la sua eziopatogenesi non si conosce ancora.

La FM  è stata descritta come un disturbo dell’amplificazione centrale del dolore, la ricerca perciò suggerisce che si tratti di una patologia che colpisce il sistema nervoso centrale, cervello e midollo spinale. 

Molti centri terapeutici affermano che non si tratti di un disturbo di tipo articolare,  muscolare o infiammatorio.

Tuttavia prove recenti hanno visto come infiammazioni sistemiche di basso grado, una preponderanza dello stato pro-ossidativo e una capacità antiossidante insufficiente, possono contribuire allo sviluppo della malattia, riducendo la soglia del dolore e inducendo affaticamento e disturbi dell’umore (Ozgocmen et al., Garcia et al., 2006, 2017)

Per questo gli antiossidanti sembrano essere un valida integrazione preventiva e possono migliorare molti aspetti della fibromialgia quando è in atto. 

I risultati del primo studio hanno rivelato che molti pazienti con FM sono colpiti da stress ossidativo. 

Questi risultati hanno rappresentato una solida base di ricerca per capire meglio le cause della FM e per valutare l’effetto scavenger di radicali liberi o agenti antiossidanti come vitamine e acidi grassi omega-3 sui meccanismi periferici e centrali della FM.

Quindi sia dal punto di vista preventivo che terapeutico, antiossidanti, vitamine (come la C e la E) e gli omega-3 possono costituire un valido aiuto per la fibromialgia

Ma vediamo quali sono gli altri micronutrienti che possono rimediare ai sintomi…


I rimedi per i sintomi della fibromialgia

Abbiamo visto, attraverso anche le testimonianze, come questo disturbo può essere doloroso ed estenuante per le persone che ne soffrono. 

Ogni aspetto della vita diventa insormontabile quando i dolori , la stanchezza e la depressione ti sovrastano. 

Alcuni dei rimedi per i sintomi della fibromialgia prevedono manovre di contatto sul corpo del paziente per esercitare pressione sui cosiddetti tender points

Queste tecniche vanno ad agire sulla muscolatura accessoria e respiratoria e sulle zone cranio-sacrali, sembrano essere efficaci ma saltuariamente nella riduzione dei dolori.

Mentre un’ampia gamma di studi si concentrata sull’importanza del corretto apporto di micronutrienti essenziali.

Sembra infatti che quando vengono ristabiliti livelli nutritivi ottimali il dolore e anche i disturbi dell’umore scompaiono (Bjørklund et al., 2018).

Come dimostra la recente testimonianza di Anna Maria che fortunatamente ha incontrato qualcuno di competente che le ha prescritto i giusti micronutrienti da integrare per la fribromialgia.

Leggi qui: 

Anna Maria, che è una persona intelligente, ha capito che era necessario assumerli tutti insieme e ha trovato la convenienza che cercava nel Paleocomplex, oltre alla migliore qualità.

N.B. Vitamine B attive, b9 e b12 METILATE! Presenti in Paleocomplex ma NON in tutti gli integratori, maggiormente assimilabili.

Continua a leggere per scoprire perché proprio questi micronutrienti vengono prescritti ai pazienti fibromialgici.

Vitamina D  

Alcune evidenze suggeriscono che l’integrazione di vitamina D dovrebbe essere presa in considerazione nella gestione della FM alla luce del fatto che circa il 40% dei soggetti FM ne sono carenti.

Fin qui non ci sorprende più di tanto, se sei iscritti alla mia newsletter sai che la D è gravemente carente nella maggior parte della popolazione. 

Ma in uno studio dell’ Endocrine Practice con 90 pazienti affetti da FM carenti di vitamina D sono state somministrate 50.000 unità a settimana di D3, la stessa presente in Paleocomplex

Indovina un po’?

Dopo 8 settimane di intervento, il gruppo trattato ha mostrato un miglioramento significativo nei punteggi FM, in contrasto con il gruppo placebo (Arvold et al., 2009).

La vitamina D può seriamente migliorare la qualità della vita di pazienti affetti da FM ma c’è ancora molto scetticismo in giro.

In un altro studio si è visto come la carenza di vitamina D è strettamente associata ai livelli di ansia e depressione della fibromialgia (Armstrong et al., 2007) e che inoltre la sua insufficienza rischia di compromettere l’assorbimento di un altro importante micronutriente per questa patologia…ovviamente cerca di stare al sole il più possibile…dato che il sole è la fonte migliore in assoluto..

Magnesio e Selenio 

La D è legata all’assorbimento del Magnesio un importantissimo minerale per combattere il dolore muscolare, la debolezza delle gambe e i sintomi correlati.

Diverse evidenze hanno mostrato come il Magnesio e il Selenio siano fondamentali per attenuare i dolori della FM, anzi sembra che la carenza di Selenio sia proprio una causa associata al dolore muscoloscheletrico tipico della FM (Bjørklund et al., 2018) . 

B12 e Acido Folico (B9) 

Uno studio ha analizzato invece la risposta alla somministrazione di B12 e Acido Folico a 38 pazienti affetti da stanchezza cronica correlata alla fibromialgia

La relazione dose-risposta ha supportato gli effetti benefici di questi due micronutrienti sul gruppo studio. 

Le assunzioni frequenti di vitamina B12 ad alta concentrazione, combinate con l’acido folico orale, possono fornire un sollievo buono e sicuro per pazienti affetti da stanchezza cronica collegata all FM (Regland et al., 2015).

Omega-3 

Ne abbiamo già accennato prima ma è sempre meglio ribadirlo quanto gli acidi grassi EPA e DHA siano preziosi per la salute del cervello e per il buon funzionamento delle capacità cognitive, duramente colpite dalla FM, anche a causa del sonno poco ristoratore. 

Gli omega-3 presenti in Paleocomplex, ne avrai già sentito parlare nella newsletter, sono i migliori in assoluto. Se vuoi scoprire il perché iscriviti nel form qui sotto.

Non considerando il fatto che per assumerne lo stesso quantitativo presente nel mio “barattolino” dovresti spendere quanto acquistando il Palecomplex ma lasciandoti a corto di tutti gli altri micronutrienti citati prima… e molti altri ancora.

Acido R Lipoico

Visto che la fibromialgia incide anche sul sonno è importante ricordarti che con Palecomplex Revolution arrivano continue conferme da chi lo utilizza di un sonno migliore in poche settimane.

Grazie all’Acido R Lipoico presente al suo interno puoi combattere la stanchezza e migliorare la produzione di serotonina, un ottimo ormone per il buon umore e per un sonno riposante

Puoi leggere anche come combattere il sonno con il Collagene di YOUTH qui. 

Antiossidanti 

Nominando Paleocomplex Revolution è impossibile non parlare degli antiossidanti al suo interno, soprattutto dopo aver visto il loro importante ruolo nel difenderci dallo stress ossidativo, presente in molti pazienti affetti da fibromialgia. 

All’interno del Paleocomplex Revolution ed Elisir ci sono Glutatione, Ubiquinolo e Astaxantina. Tutti e 3 ad un dosaggio e di una qualità decisamente maggiori rispetto agli altri integratori che non hanno funzionato per Maria e Michela e Anna Maria.

Comprarli singolarmente sarebbe una spesa folle a confronto del Paleocomplex Revolution,  a maggior ragione per Elisir che contiene ben 40 nutrienti, che ti permette di assumerli tutti insieme, uniti a tutti i minerali e alle vitamine che ne migliorano il funzionamento. 

Guarda tu stesso il confronto qui. 

Bene per adesso è tutto. 

Se conosci qualcuno con questa patologia ti consiglio caldamente di condividere questo articolo gratuito sui tuoi canali social. 


Alla prossima, 

Lorenzo Zarone 

Fonti: 

Armstrong, D. J., Meenagh, G. K., Bickle, I., Lee, A. S. H., Curran, E.-S., & Finch, M. B. (2007). Vitamin D deficiency is associated with anxiety and depression in fibromyalgia. Clinical Rheumatology, 26(4), 551–554. https://doi.org/10.1007/s10067-006-0348-5

Arvold, D. S., Odean, M. J., Dornfeld, M. P., Regal, R. R., Arvold, J. G., Karwoski, G. C., Mast, D. J., Sanford, P. B., & Sjoberg, R. J. (2009). Correlation of Symptoms with Vitamin D Deficiency and Symptom Response to Cholecalciferol Treatment: A Randomized Controlled Trial. Endocrine Practice, 15(3), 203–212. https://doi.org/10.4158/EP.15.3.203

Bjørklund, G., Dadar, M., Chirumbolo, S., & Aaseth, J. (2018). Fibromyalgia and nutrition: Therapeutic possibilities? Biomedicine & Pharmacotherapy, 103, 531–538. https://doi.org/10.1016/j.biopha.2018.04.056

Galvez-Sánchez, C. M., & Reyes del Paso, G. A. (2020). Diagnostic Criteria for Fibromyalgia: Critical Review and Future Perspectives. Journal of Clinical Medicine, 9(4). https://doi.org/10.3390/jcm9041219

Garcia, J. J., Carvajal Gil, J., Herrero Olea, A., & Gomez Galan, R. (2017). Altered Inflammatory Mediators in Fibromyalgia. Journal of Ancient Diseases & Preventive Remedies, 07(02). https://doi.org/10.4172/2329-8731.1000215

Jones, G. T., Atzeni, F., Beasley, M., Flüß, E., Sarzi‐Puttini, P., & Macfarlane, G. J. (2015). The Prevalence of Fibromyalgia in the General Population: A Comparison of the American College of Rheumatology 1990, 2010, and Modified 2010 Classification Criteria. Arthritis & Rheumatology, 67(2), 568–575. https://doi.org/10.1002/art.38905

Ozgocmen, S., Ozyurt, H., Sogut, S., Akyol, O., Ardicoglu, O., & Yildizhan, H. (2006). Antioxidant status, lipid peroxidation and nitric oxide in fibromyalgia: Etiologic and therapeutic concerns. Rheumatology International, 26(7), 598–603. https://doi.org/10.1007/s00296-005-0079-y

Regland, B., Forsmark, S., Halaouate, L., Matousek, M., Peilot, B., Zachrisson, O., & Gottfries, C.-G. (2015). Response to Vitamin B12 and Folic Acid in Myalgic Encephalomyelitis and Fibromyalgia. PLOS ONE, 10(4), e0124648. https://doi.org/10.1371/journal.pone.0124648

Wolfe, F., Clauw, D. J., Fitzcharles, M.-A., Goldenberg, D. L., Häuser, W., Katz, R. L., Mease, P. J., Russell, A. S., Russell, I. J., & Walitt, B. (2016). 2016 Revisions to the 2010/2011 fibromyalgia diagnostic criteria. Seminars in Arthritis and Rheumatism, 46(3), 319–329. https://doi.org/10.1016/j.semarthrit.2016.08.012

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